Bombardiera on the Rode – La stajòn sé finia [parte 1]

Il gioco è fatto e ci sfreghiamo le mani soddisfatti.
Ora dobbiamo solo legare le assi a rotelle e il gioco è fatto. Il G ragazzo ci guarda stupefatto e ci chiede: “Avete mai provato?” e noi gli rispondiamo che da qualche parte si dovrà pur iniziare. Sempre perplesso ci aiuta a superare l’ultimo ostacolo, cioè passare sotto alla sbarra che ostruisce l’accesso alla spiaggia. In questo modo si passa dall’erba all’asfalto e il nostro natante di tre metri per uno e mezzo avrebbe raggiunto un altro passo verso la pace. Subito dopo la sbarra uno scalino, ma ce l’abbiamo fatta e parcheggiamo orgogliosi nello spazio per handicappati. Salutiamo l’autoctono con un gesto della mano e alle tre e mezza pensiamo già di andare a bere.
Poveri illusi. Non sapevamo a cosa andavamo incontro. Avevamo distribuito male il peso sulle assi a rotelle e quindi fecero qualche centinaio di metri e quelle rotelle di merda dell’Eurobrico iniziarono a frenare da sole.
E minchia spingo.
E dico a Scotty: “Abbiamo una ruota frenata”
e lui risponde: “Se non spingi è ovvio che non ci muoviamo”.
E minchia guardo e ci sono quelle rotelle di merda dell’Eurobrico che sono sfasciate, limate, fruate, triangolari e siamo alla fine del parcheggio del Lido. A braccia la trasciniamo al lato della strada [passa la pula] e i turisti che hanno speso i soldi per il parcheggio a pagamento quasi ci deridono.
Quelle ruote non vanno bene. Smontiamo le assi a rotelle, le carichiamo in macchina. Ferramenta e compriamo delle ruote come si deve, sotterranei per fissaggio rotelle, birra di Giacomazzi per la sete e in meno di un’ora siamo di nuovo li a montare le assi a rotelle. Ormai siamo esperti e nulla ci può fermare.

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